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Esempio di stress prima delle nove del mattino.

(tratto da libro “Mò Basta” di Piero Disogra)

Quotidianamente siamo soggetti a tanti piccoli stress di cui non ci rendiamo conto.

La mattina vogliamo mettere un cucchiaino di zucchero nel nostro caffè, ma qualcuno ha spostato il barattolo, e quindi dobbiamo cercarlo nei posti più impensati, alla fine troviamo il nostro barattolo ma lo zucchero è finito, quindi cerchiamo uno scatolo nuovo, lo apriamo ed un po’ di zucchero cade sul pavimento, posiamo il barattolo e pensiamo al modo migliore di rimuovere lo zucchero da terra.

Quale sarà il modo migliore? Forse la scopa. Dove si trova la scopa? Mai nello stesso posto, forse un tovagliolino farà al caso nostro, ma probabilmente un po’ umido in modo che lo zucchero si attacchi ad esso, ed è così che, mentre inumidiamo il tovagliolo di carta e ci chiniamo, entra nostra moglie o nostra madre nella cucina e confeziona una si quelle frasi che solo le donne sanno concepire, brevi ma stressanti.

Il mondo che ci circonda è pieno di tanti piccoli meccanismi capaci di generare stress, ma il pericolo si annida in quegli eventi cosi’ piccoli da non essere degni di nota e pur così potenti da generare eventi che si insidiano nella nostra anima e che esplodono dopo alcuni minuti, ore, mesi oppure anni, oppure ancor peggio, che non generano mai uno sfogo e che si vanno a sedimentare nella nostra bile.

Siamo al semaforo per andare in ufficio e siamo nervosi, tutti gli altri automobilisti ci sembrano nemici. Proprio nel momento in cui scatta il verde succede quello che non riusciamo a sopportare maggiormente, ovvero il cretino dietro di noi che suona il clacson, solo pochi decimi di secondo dopo che la lampada si illumina di verde, interrompendo il nostro stato di rilassamento generato dalla nostra mente per non pensare a quanto tempo stiamo perdendo al semaforo.

In quel momento la nostra mente cerca di allontanarsi dalla realtà, è un sistema di autodifesa della nostra psiche, i nostri pensieri cercano di allontanarsi da quella grottesca rappresentazione della realtà rappresentata dal vicino che si scaccola, oppure dalla donna che guida la Smart sulla nostra destra che ha già messo la freccia a sinistra come a dire: “è vero che ho sbagliato corsia, ma ho acceso la freccia, sono donna e so come alzare lo zucchero da terra.

About Redazione

Piero Disogra, nasce a Napoli agli inizi degli anni 70, non ha conseguito una laurea in Lettere e Filosofie presso l'Università Federico Secondo e successivamente non ha conseguito una laurea in Scienze Politiche presso l'Università Bocconi di Milano. Al momento non collabora con il New York Times nè con SKY TG24.

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